25 ago 2013

Miss Garnet's Angel: a caccia di angeli a Venezia.


Read it in English
Avevo da poco iniziato a leggere L’angelo della signora Garnet (Salley Vickers) quando mio marito si è messo alla ricerca di una meta per un’altra piccola vacanza. Ho subito suggerito un agriturismo in Toscana (è il mio genere preferito) ma non è certo il tipo di vacanza in cui si trova posto così, last minute… soprattutto in periodo di Palio di Siena. All’improvviso ho buttato lì… "Perché non andiamo a Venezia?" In fondo, non ci eravamo mai stati insieme e anche quando ci avevamo provato, vuoi perché a Carnevale è troppo pieno, a Pasqua lo stesso, a Natale non è certo invitante… finiva sempre che andavamo da qualche altra parte. Ferragosto a Venezia è una follia… però le previsioni del tempo sembravano essere dalla nostra: si prevedeva infatti un generale abbassamento della temperatura per un acquazzone tra il 13 ed il 14. Pronti allora… si parte. Giuro che ho realizzato solo dopo che il libro che stavo leggendo era ambientato a Venezia: evidentemente il mio subconscio è più sveglio di me.
Avrei potuto andare a visitare i luoghi del romanzo e sentirmi direttamente coinvolta nel libro. Solo un’altra volta avevo provato un’esperienza simile, quando a Firenze mi portai Camera con vista di Forster e la cosa mi piacque moltissimo.
La protagonista è una insegnante di storia in pensione che, in seguito alla morte della migliore amica, decide di prendere in affitto un appartamento a Venezia. Miss Garnet non ha nessuna esperienza di viaggi e si lascia suggestionare dalla Venezia esotica dei volantini per crociere e, nella scelta della zona dove abitare, viene attirata dal nome dell’angelo Raffaele a cui è dedicato il campo (parola usata a Venezia per indicare una piazzetta) in cui si trova l’appartamento. In realtà poi l’Angelo Raffaele è una presenza ben più importante e pervasiva di quanto possa apparire all’inizio.
Il campo porta il nome della chiesetta dedicata all’Angelo, sulla quale c’è una imponente statua e all’interno della quale ci sono cicli di affreschi con la storia di Tobiolo e l’Angelo Raffaele ad opera niente meno che del Guardi. Ci sono poi dipinti scomparsi e ritrovati (il cui soggetto è sempre l’angelo in questione) e tutte queste ‘tracce’ portano Miss Garnet ad una ricerca e ad una approfondita analisi della storia, oltre che ad una identificazione personale molto particolare.


Il primo luogo da vedere, quindi, era campo Angelo Raffaele che, ho scoperto, è fuori dalle passeggiate tradizionali ed ha richiesto, infatti, una buona scarpinata. Ma ne è valsa la pena. La chiesetta, infatti, dà proprio sull’acqua, nel senso che davanti al portale d’ingresso (ad un metro scarso) ci sono due scalini che scendono direttamente nel canale.

Julia Garnet arriva al campo via acqua e la prima cosa che nota, sbarcando e guardando in alto, è il complesso che decora il portale anteriore della chiesa, dal quale la statua dell’angelo sembra guardarla.

"Miss Garnet, che stava già guardando in alto, aveva colto lo sguardo benevolo di un angelo. Stava in atteggiamento protettivo verso il giovinetto alla sua sinistra che portava un grosso pesce. Alla sua destra c’era un cane”
“Sopra di lei l’angelo le ammiccò di nuovo e a quel punto si rese conto che si trattava proprio del frontone della chiesa dell’Angelo Raffaele, che estendeva la sua protezione dando il nome non solo al campo ma anche allo specchio d’acqua antistante”.
 

Poi Julia arriva all’appartamento che ha affittato: qui il riconoscimento è stato più complicato visto che si parla di un balcone e che l’unica casa che dà sul campo con un balcone è gialla, mentre nel romanzo parla di una casa “rosa e screpolata”. Ma credo proprio che sia questa:
“Il balcone guardava la chiesa ma sul retro, dove non si vedeva l’angelo con il ragazzo e il cane”.

Naturalmente non potevano mancare riferimenti alla basilica di San Marco, all’interno della quale Julia ammira le opere d’arte.

“Un solo posto le suonava familiare: San Marco, centro nevralgico di Venezia. Questo almeno lo conosceva per aver insegnato storia. Sarebbe andata nella piazza, da dove i dogi un tempo uscivano per lo sposalizio in mare.”
Il primo appuntamento tra Julia e Carlo si svolge al Florian, lo storico caffè in piazza San Marco.
“Ma non è molto caro?" Non potè trattenersi dal dire dieci minuti più tardi, mentre sedevano al caldo tra stucchi e specchi dorati, sotto i portici inghirlandati che circondano la piazza. Certo che sì La prossima volta la porto al bar dei gondolieri. Ma per un primo incontro, ci vuole il Florian”.
Appena arrivata a Venezia, Julia conosce una simpatica famiglia di americani che alloggia al Gritti Palace, che ho fotografato sia dalla piazza che arrivando dall'acqua:

Salley Vickers deve amare molto l’arte, in particolare quella italiana, perché i quadri sono dappertutto (oltre alla vicenda centrale attorno al quadro di Tobiolo e l’Angelo Raffaele): il ciclo del Guardi è descritto minuziosamente, inoltre Julia si reca a visitare le Gallerie dell’Accademia dove resta abbagliata soprattutto dal Carpaccio. Sembra incredibile ma sono arrivata a leggere la pagina dove descrive un particolare quadro di Carpaccio proprio la sera dopo aver visitato l’Accademia ed ho riconosciuto subito il quadro mentre ne leggevo la descrizione perché aveva colpito anche me: si tratta del Sogno di S. Orsola. Questo si chiama entrare nel personaggio!
"Una delle tele in particolare catturò la sua attenzione: un'alta sala quadrata pervasa dalla luce serena dell'alba; da una parte del dipinto un letto, molto semplice, in cui una donna dormiva tranquillamente; dalla parte opposta, fermo sulla soglia della porta illuminata, un angelo vestito d'azzurro con le ali in ombra. Quella sua immobilità carica di attesa le trasmise una specie di piccolo brivido".
Dopo l’Accademia Julia visita il museo Peggy Guggenheim (questo invece l’ho perso). Poi si reca alla Madonna dell’Orto, che nel libro viene chiamata la ‘chiesa del Tintoretto’ perché vi si trova la tomba del celebre pittore.

"La chiesa era racchiusa dal suo stesso sagrato.
Scolpita dalle ombre, si ergeva con la sua alta facciata
di mattoni sovrastata dal campanile a cupola."
Un’altra parte di Venezia che ho perso e che ho scoperto solo dopo essere importante è il Ghetto: qui si incrociano le vicende misteriose legate alla sparizione di un quadro e quelle storico-agiografiche della vita del santo. La storia di Julia Garnet si alterna, infatti, alla vicenda di Tobia, protagonista dell’episodio biblico raffigurato nelle varie opere d’arte che Miss Garnet ammira a Venezia: le vicende di Tobia in qualche modo rispecchiano quelle di Julia. Sul sito di Salley Vickers c’è un’ampia sezione dedicata a questo libro. Nell’introduzione la Vickers spiega le origini del romanzo ed offre la chiave di interpretazione di alcuni elementi, come il parallelismo tra Miss Garnet e la storia di Tobia. C’è inoltre una mappa di Venezia con i luoghi del romanzo.

Un altro aspetto molto interessante del libro riguarda una serie di riflessioni di confronto tra le due culture: italiana e inglese. Probabilmente per deformazione professionale, ho annotato alcuni passaggi illuminanti a questo proposito:

  • il diverso valore della festività del 6 gennaio: “Il sei gennaio per gli inglesi era la Dodicesima Notte, quando si aggirava per le strade il Signore del Caos, e bisognava mettere via le decorazioni del Natale per scongiurare la malasorte. Ma qui, in un Paese cattolico, si celebrava ancora il viaggio dei Magi, che avevano seguito la stella portando i doni per il bambino nato in una mangiatoia";
  • l’immancabile rituale del tè, che è praticamente onnipresente nel libro probabilmente a sottolineare anche l’età e la natura abitudinaria di Julia, che in Italia è concepito in maniera diversa e costringe Julia ad adattarsi: “La cucina non era fornita né di bollitore né di teiera. All’inizio le aveva dato fastidio, dato che la tazza di tè era un momento immancabile della sua routine, ma ora le piaceva la sensazione leggermente bohémienne di farsi il tè nel pentolino.” “Zucchero? Latte? Offrì e fu contenta che l’ospite volesse il limone, perché forniva esattamente il giusto grado di disturbo"
  • il comportamento espansivo degli italiani: “Carlo fece una smorfia, poi si mise a ridere. Julia, che non riusciva a sbarazzarsi dell’idea che fosse volgare ridere delle proprie battute, rise con lui ma un po’ a disagio.”
 




MISS GARNET'S ANGEL: ON THE HUNT FOR ANGELS IN VENICE
I had just started reading Miss Garnet’s Angel when my husband decided to look for a place for another short holiday. I suggested a holiday farm (agriturismo in Italian) in Tuscany (that’s my favourite kind of holiday) but I must admit that it’s not so easy to find last-minute accomodation, especially during the Palio di Siena. Then I suddenly said… "Why don’t we go to Venice?" After all, we had never been there together and when we had tried to go we had always found excuses not to leave… at Carnival there are too many people, at Easter the same, at Christmas it’s not attractive… we always ended up somewhere else. I know, Ferragosto (August 15th) in Venice is madness… BUT the weather forecast was on our side: temperature would be lower thanks to a downpour between August 13th and 14th. Well, we would leave then. I really realized only after the decision that the book I was reading was set in Venice: my subconscious must be smarter than me!
Great! I could go and visit the places in the novel and feel directly involved in the story. Only once I tried a similar experience: it was in Florence, when I packed A Room With a View and it was fantastic.
Salley Vickers’ character is a retired history teacher who decides to rent a flat in Venice after her best friend’s death. Miss Garnet has no previous travel experiences so she is influenced by the exotic Venice of cruise brochures and then, when it’s time to choose an accomodation, she’s attracted by the name of a campo (the Italian word for a small square in Venice) dedicated to the Archangel Raphael (Angelo Raffaele) and rents a flat there. Angelo Raffaele is indeed a more important presence in the book than one can imagine at the beginning.
The name of the campo comes from the small church dedicated to the Angel where there’s a big statue on top of the main entrance and also an important series of frescoes with the biblical story of Tobiolo e l’Angelo Raffaele painted by Guardi. In the story there are also lost and found paintings whose subject is always Angelo Raffaele, so much so that Julia Garnet decides to analyse the original story and in some way indentifies with it.
The first place to see, then, was campo Angelo Raffaele that, I found out, is out of the ordinary walks and required quite a trek. But it was worth the effort. The church is almost on water, because one metre from the front door there are two or three stairs leading into a small canal. (see photo)
Julia Garnet comes to it by water taxi and the first thing she does while landing, is to look above her and see the statue of the angel on the front door, looking down at her. (see photo)
"But Miss Garnet, who was looking up, had caught the benevolent gaze of an angel. He was standing with a protective arm around what appeared to be a small boy carrying a large fish. On the other side of the angel was a hound.” and then “Above her the angel winked down again and she now took in that this was the frontage of the Chiesa dell’Angelo Raffaele itself, which lent its name not only to the campo but also, most graciously, to the waterfront before it”.
After that Julia comes to her flat: this was quite difficult to find out because in the book there’s a balcony and the only  house with a balcony in that campo is yellow, while in the book it’s “flaking rose-red”. But, according to the description of its position, I think the house is the one in the photo (see photo).
“The balcony overlooked the chiesa but to the back of the building where the angel with the boy and the dog were not visibile"
There are also beautiful descriptions of the Basilica of San Marco (see photo) where Julia admires beautiful works of art.
The first date between Julia and Carlo is at the Florian's, the historical coffee-bar in Piazza San Marco. (see photo)
“But is it not very expensive?” She could not prevent saying ten minutes later, as they sat, all gilt fruit and mirrored warmth, under the wreathed colonnades, which framed the square, hung lavish swags of evergreen, threaded and bound with gold. “Good. I take you to the bar where the gondoliers meet. But for a first meeting it must be Florian’s."
As soon as she arrives, Julia meets a nice American family staying at the Gritti Palace, where she goes every now and then. (See photos of the Gritti Palace.
It’s clear from the book that Salley Vickers loves art, Italian art in particular I would say, because paintings are everywhere in the book: the series by the Guardis is described in detail; Julia also visits the Gallerie dell’Accademia where she finds Carpaccio wonderful. Maybe it seems impossible but I came to the page where a painting by Carpaccio is described right after visiting the Accademia and I immediately recognized in that description the same painting I had been staring at in the museum. It was The Dream of Sant’Orsola.
"One of the canvases in particular held her attention: a high square room infiltrated with a quiet dawn light; on one side of tha painting a simple bed, with a woman tranquilly asleep – opposite, at the threshold of a lighted door, an angel in blue with such stillness, Julia Garnet felt something like a small shudder pass through her”.
After the Accademia, Julia visits the Guggenheim’s museum (unfortunately, I lost this one). And then she goes to see another church, Madonna dell’Orto, also called ‘Tintoretto’s church’ because the painter Tintoretto is buried there. (see photo)
“The church lay within its own sequestered courtyard. It stood, sculpted by shadows, its high brick façade overlooked by a domed campanile.”
Another part of Venice I lost because it was too late when I found out it was important in the story is the Ghetto: here mysterious events intertwine with history and hagiography. Miss Garnet’s story alternates with Tobia’s story, the protagonist of the biblical event inspiring the works of art Miss Garnet sees in Venice: Tobia’s story mirrors in some strange way Julia’s.
There are interesting materials on the book in Salley Vickers’ site. In the introduction Mrs Vickers explains the origins of the novel and offers an interpretation to some elements, like the strange parallelism between Miss Garnet’s and Tobia’s life. There’s also a map of Venice with the places of the novel.
Another interesting aspect of the book is the series of observations on our cultures: I mean, Italian and English. It’s probably due to my job, but I couldn’t but make notes next to some interesting passages about the difference as reguards the feast on 6th January; the inevitable tea ritual, which pervades the book probably to underline Julia’s age and her routine-bound nature; the expansive behaviour of Italians.

MISS GARNET'S MUSEUM:



Nessun commento:

Posta un commento